martedì 5 febbraio 2013

Saldi di crisi, crolla pure l'intimo. Confcommercio: “Profondo rosso”

E i saldi restano in magazzino. Il bilancio è peggiore delle previsioni: lo shopping pescarese ha avuto un decremento per oltre il 95% dei negozi, dal centro alla periferia. Abbigliamento, calzature, pelletteria, casa, intimo, sport. Niente resiste alla crisi. Da chi sta dietro ai banconi, a chi entra nei negozi, a chi la crisi la monitora.
Il digiuno durante l'austerity natalizia, prima dei saldi, non ha portato alla fame. Il grido di “dolore” è della Confcommercio: “Un grosso calo delle vendite – commenta il direttore di Pescara Walter Recinelli - abbiamo analizzato i saldi in tre step, a partire dall'inizio. L'ultimo ha preso in considerazione il periodo che va fino al 31 gennaio, momento principale, che dovrebbe far registrare un boom degli acquisti. I numeri dicono che per oltre il 60% dei negozi, il calo supera il -25%. Solo una piccola percentuale, il 5% degli intervistati, ha parlato di incremento delle vendite. Ma facendo una stima in base alle varie fasce, si può arrivare a dire che il 95% degli esercizi commerciali è in rosso con le vendite, e di conseguenza ha merce invenduta".
Aggiungono i negozianti. “È stata un'illusione.. – afferma Carla, commessa in un negozio di abbigliamento – i primi tre giorni di saldi sembrava quasi che ci fosse il pienone, gente che girava per il negozio interessata all'acquisto. Ma è durato pochissimo. Poi, il nulla”.
Un piccolo boom diventato un picco verso il basso. Anna, proprietaria di una profumeria in centro città, ha un'idea sua per analizzare la desolazione commerciale. “La gente – dice – è manipolata dai mass media. Si sente dire che c'è la crisi, e tutti ci credono e la vivono. Risparmiano sul pane, ma figuriamoci se si vengono a comprare una crema per il corpo, o per il viso. I prodotti di bellezza costano, e restano sugli scaffali”. Qui non vendiamo neanche più dentifrici alle erbe.” Stesso discorso per gli acquisti di borse e pelletteria. “Non vanno. Ci regoliamo per le prossime ordinazioni, in base a quello che avanza. E avanza tanto”. Appesi, piegati, stesi. Resta tutto lì dov'era. “Anche l'intimo - spiega Paola commessa in un negozio di intimo - forse non si usa più”.
Ma nel deserto c'è anche qualche tigre bianca. “La crisi non esiste. Non è vero quello che si sente, quello che si dice. La gente c'è, compra, gli acquisti vanno bene. Noi non possiamo lamentarci”. È il commento di Mara, commessa in una nota catena di abbigliamento in franchising.
E i clienti? Si sentono un po' presi in giro. Non acquistano non soltanto perché non possono permetterselo, ma anche perché  “I saldi sono vintage”. “Non è possibile che nei negozi si trovi solo roba invenduta delle stagioni precedenti. Vecchia, ma chi se la compra!” Se è inverno e ci sono i saldi, non si può entrare in un negozio e trovare canottiere estive e vestitini a 5 euro”.


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