C'era ancora l'ultima era glaciale quando, 13.000 anni fa, un piccolo seme di una quercia iniziò a svilupparsi e a crescere in un'arida area della California e da allora ha continuato a vivere fino ai nostri giorni, seppur sotto forma di clone.
Circa dieci anni fa, Mitch Provance dell'Università della California, stava conducendo un sopralluogo sulle montagne della regione di Jurupa, quando si trovò ad attraversare una macchia di una particolare specie di querce. Provance trovò interessante quel gruppo di alberi non solo perché si trovavano in un ambiente che non era tipico per loro (a quota più alta), ma perché tutte le piante erano estremamente simili l'una all'altra. Provance intuì quasi immediatamente che ciascuna pianta poteva essere un clone dell'altra.
A quel punto è iniziato uno studio specifico che ha portato a scoprire che tutte le piante avevano proteine esattamente simili. "Le probabilità che tali cespugli potessero essere tutti così uguali dal punto di vista del loro chimismo erano insignificanti", ha detto Jeffrey Ross-lbarra che ha eseguito la ricerca, pubblicata su PlosOne.
L'unica possibilità che può spiegare una tale diffusione di piante simili consiste nell'ammettere che le piante sono cloni di se stesse.
Per porre una data sulla prima pianta che è cresciuta in quel luogo i ricercatori sono risaliti ai cicli di vita che quella macchia ha avuto. Li hanno contati considerando che ciascuno è di 40-50 anni e che per incendi o per altri motivi terminano la loro vita rinascendo all'interno della macchia stessa per poi allargarsi. In questo modo sono riusciti a risalire all'età: circa 13.000 anni.
Qualche ricercatore tuttavia ha dubbi sul metodo utilizzato per risalire così indietro nel tempo. Tra questi vi è Marc Abrams dell'Università della Pennsylvania, il quale sostiene che si dovrebbero trovare altri indizi per avere la certezza che si tratta di un'unica pianta che si è clonata in un così lungo lasso di tempo. Ross-lbarra sostiene che se si riuscisse a trovare un piccolo pezzo di legno fossilizzato, l'analisi del carbonio potrebbe dare la conferma definitiva.
Fino ad oggi la più antica pianta conosciuta era una conifera scoperta al confine tra la Svezia e la Norvegia, che risalirebbe a circa 9.000 anni fa. Dopo queste eccezioni segue "Matusalemme", un pino Bristlecone che vive vicino Las Vegas, la cui età si aggira attorno ai 5.000 anni. Altri alberi vecchi di migliaia di anni vivono in Iran, dove un cipresso sembra avere 4.000 anni; in Cile dove un altro cipresso ha compiuto i 3.600 anni. In Italia il censimento degli alberi monumentali realizzato dal Corpo forestale dello Stato ha individuato l'albero più antico della nostra penisola nell'oleastro di San Baltolu di Luras, in provincia di Sassari: ha 3.000 anni. Dal punto di vista scientifico si tratta di un Olea europaea oleaster, in altre parole un olivo selvatico. Un esemplare di 15 metri di altezza e 11 metri di circonferenza.
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