134 anni fa nasceva l’uomo che avrebbe cambiato per sempre il mondo delle fisica con le sue teorie su spazio, tempo e materia. Ecco la sua storia.
di Anna Lisa Bonfranceschi
Lo scienziato più famoso del mondo, citato innumerevoli volte, sia in ambito accademico per gli studi scientifici che fuori gli atenei, dove sarebbero diventate note le sue massime ( qui alcune di quelle più conosciute), la folta e indomita capigliatura e quella piccola formula che sancisce l’equivalenza tramassa ed energia, era nato a Ulm, in Germania, da famiglia ebraica il 14 marzo 1879. Lui, ovviamente, era Albert Einstein (1879-1955) e malgrado il mito (infondato) sulla sua difficoltà coinumeri da bambino, sin da piccolo era chiaro come non fosse un ragazzino qualunque. Tanto che appena quindicenne, durante il periodo passato in Italia, firmò il suo primo articolo scientifico ( The Investigation of the State of Aether in Magnetic Fields).
Nel 1896, e dopo un tentativo fallito l’anno prima, era entrato al Politecnico di Zurigo per studiarefisica e matematica, coltivando la passione per i numeri che aveva conosciuto sin da piccolo, risolvendo i problemi di algebra e geometria che gli sottoponeva lo zio Jacob. Nel frattempo però non aveva disdegnato le scienze naturali e la filosofia, leggendo Darwin e Kant, anche grazie agli scritti da lui procurategli da Max Talmud, un amico di famiglia.
Nel 1900 ottenne il suo diploma ma non l’atteso posto da insegnante, trovando allora lavoro come assistente all’ ufficio brevetti di Berna. Una fortuna per il giovane Einstein, che farà degli anni qui trascorsi (fino al 1909) tra quelli più prolifici della sua vita, potendo contare su uno stipendio regolare e avendo tempo da dedicare alla sua passione, la fisica.
Interessandosi ora di elettrochimica, ora di elettromagnetismo e termodinamica, Albert accumulò, per lo più da solo e lontano dalle cerchie accademiche, una profonda conoscenza della fisica teorica. Lo studio in quegli anni fu così intenso che nel 1905, e nel giro di appena pochi mesi, pubblicò diversiarticoli, fondamentali nella storia della fisica, tanto che quell'anno viene ricordato come l' annus mirabilis dell'attività scientifica di Einstein. Fu l’anno in cui dimostrò che la luce poteva comportarsi come un flusso di particelle con quantità discrete di energia ( fotoni), quello in cui fornì una spiegazione del moto browniano e, soprattutto, quello in cui annunciò al mondo la sua teoria sulla relatività ristretta e l'equivalenza tra massa ed energia.
Si trattava di un'idea del tutto rivoluzionaria, che metteva in discussione i pilastri della scienza allora conosciuta. Il fisico tedesco postulò che la velocità della luce fosse la stessa in tutti i sistemi di riferimento inerziali, e modificò il concetto di tempo, fino a allora considerato una grandezzaassoluta, postulando la sua relatività, per l'appunto, rispetto al moto dell'osservatore. Il 1905 infine fu anche l'anno in cui Einstein scrisse la sua tesi di dottorato, che aprirà le porte allo sbarco dello scienziato nel mondo accademico.
Nel 1909 Einstein divenne professore all'Università di Zurigo, e quindi a Praga, per poi tornare nella cittadina svizzera. Continuò la sua attività di scienziato, abbinando alle ricerche personali e all'insegnamento gli incontri con i colleghi, in occasioni quali le conferenze di Solvay, frequentate da personalità del calibro di Max Plank, Niels Bohr, Marie Curie ed Ernest Rutherford. Dal 1914 fu aBerlino, dove sarebbe rimasto fino al 1933, quando rinunciò alla cittadinanza tedesca per trasferirsi aPrincenton, negli Usa: erano gli anni dell'avvento di Hitler e delle persecuzioni antisemite.
Nel frattempo Einstein aveva messo la firma su uno dei lavori più rivoluzionari della fisica, rivedendo il concetto di spazio-tempo e della gravità, sviluppando la teoria della relatività generale nel 1916. Nel farlo aveva predetto effetti come quelli della lente gravitazionale, il meccanismo per cui un corpo massivo devia la luce di una sorgente, e grazie a cui gli astronomi avrebbero scoperto nuove galassie e studiato la materia oscura.
Nel 1921 la comunità scientifica lo premiò con il Nobel per “i suoi studi sulla fisica teorica, e soprattutto per la scoperta delle leggi dell'effetto fotoelettrico”.
Ma di Einstein il mondo non avrebbe ricordato solo i traguardi scientifici. Le sue vedute filosofiche e politiche lo avrebbero reso un personaggio famoso e in alcuni casi anche controverso. Ebreo di famiglia, anche se non osservante, Einstein però non abbracciò la religione ebraica, preferendogli le vedute filosofiche di Spinoza, come egli stesso avrebbe dichiarato: “credo nel Dio di Spinoza che si rivela nell'armonia di tutto ciò che esiste, ma non in un Dio che si occupa del destino e delle azioni degli esseri umani”. Allo stesso modo, convinto sostenitore del disarmo nucleare e pacifista, aveva firmato però la famosa lettera indirizzata a Roosevelt, di cui poi si sarebbe pentito, in cui invitava l'America a procedere nelle ricerche sul nucleare.
Infine, a rendere ancora di più immortale la sua fama ci avrebbe pensato il medico Thomas Harvey, che al momento della morte di Einstein rubò parte del suo cervello, per consegnarlo alla ricerca (anche se lo restituì dopo oltre 20 anni) e carpire i segreti del genio dello scienziato. Una sfida che continua ancora oggi.
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