Web e TV, così simili e vicini ma così diversi e lontani. Se il mercato tende sempre più a fondere i due mondi facendo convergere piattaforme e linguaggi, con la TV sempre più presente su Internet e Internet che sbarca invece sul televisore del salotto, giunge invece un decreto legislativo, il decreto Romani, a rischiare di spezzare questo idillio che, in altre parti nel mondo, sta cambiando il modo di informarsi e di intrattenersi della gente.
Il decreto Romani avrà lo scopo di recepire la nuova direttiva Ue relativa alle regole per la trasmissione di contenuti video, ma vi sono tre punti che fanno discutere non poco e che hanno aperto delle polemiche tra maggioranza e opposizione, nonché tra la gente che naviga in Internet.
Uno di questi, forse il più delicato, è la clausola che chiederà al Garante per le Comunicazioni di monitorare i siti di videosharing alla ricerca di video televisivi pubblicati senza autorizzazione, penalizzando così la condivisione di filmati aventi ad oggetto spezzoni di programmi televisivi, di film o di altri contenuti interessanti.
Ovviamente a protestare sono essenzialmente gli utenti della Rete, i quali temono di vedere così svuotati e stravolti i siti di condivisione del materiale video più richiesto, a quel punto fruibile quasi esclusivamente dai portali delle emittenti e con modi e tempi da esse decisi.
Sempre nello stesso decreto sono poi presenti le regole che mirano ad abbassare il tetto pubblicitario per le pay TV a favore delle emittenti gratuite o magari di altri media, oltre all’abolizione dei finanziamenti per la produzione indipendente di fiction e del cinema italiano, che a dire di molti potrebbe portare ad un impoverimento del settore.
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